8.3.12

Troll Hunter

Titolo: Troll Hunter (Trolljegeren)
Regia: André Ovredal
Sceneggiatura: André Ovredal
Paese: Norvegia
Anno: 2010

 "(Anche) la Norvegia ci sorprende!!".
Con questa esclamazione si può aprire la recensione di Troll Hunter, mokumentary norvegese, più fantasy che horror, che stupisce lo spettatore sia a livello di composizione estetica, che a livello di inventiva, costruzione e significati.
Quando si discorre di mockumentary, forse, sarebbe meglio prendere come punto di partenza opere ben più "sostanziose", vedi i vari Cloverfield, made in U.S.A., o il ben più terrificante e famoso REC, di produzione spagnola. Eppure, questo Troll Hunter, nella sua costruzione riesce a mantenere tutti quegli elementi che hanno permesso al genere mokumentary di imporsi all'attenzione del pubblico.


Quando si parla di mockumentary si fa riferimento alla tecnica del finto documentario. Ovvero la creazione di eventi fittizi, che vengono presentati al pubblico come reali.
Celebre capostipite per il grande pubblico è indubbiamente quel The Blair Witch Project, che  tanto ha intimorito gli spettatori, e al contempo fatto guadagnare milioni di dollari alle case di produzione.
Già prima di The Blair Witch Project il mockumentary esisteva, a ben vedere fin dagli anni '60: possiamo considerare Zelig, di Woody Allen, come un chiaro esempio di mockumentary, ma mai prima degli eventi della strega di Blair, il mockumentary si era avvicinato così tanto all'horror.
Da The Blair Witch Project in poi mockumentary e horror intrapendono una sorta di relazione di scambio, in cui l'horror cerca di intraprendere nuove strade, punta alla sperimentazione, e lo fa utilizzando il genere del falso documentario per trasmettere nuove sensazioni allo spettatore. Spettatore che si ritrova in prima persona dentro l'azione, che non può esimersi dal guardare. Si ritrova partecipe, fianco a fianco dei protagonisti, all'interno dell'azione. Soggiacendo ad un sorta di "tirannia dello sguardo", in cui non è più libero di indirizzare le pupille dove vuole, all'interno di una scena. Al contrario il suo sguardo viene spostato, re- indirizzato, freneticamente sballottolato da una parte all'altra. Potrebbe sembrare una casualità, la camera che sobbalza, noi con lei, la camera che cade, noi con lei, ma alla resa dei conti non è altro che un piano ben strutturato per indirizzare il nostro sguardo in una precisa direzione.
Dopo questa breve parentesi possiamo tornare a Troll Hunter.

L'opera risulta essere ben strutturata, esteticamente perfetta, riesce a mantenere ben alto il livello di tensione fino al finale, dove, come in una sorta di continua escalation, si arriva al contatto diretto. Il plot risulterà molto interessante per gli appassionati di fantasy e mitologia norvegese, che potranno gustarsi "dal vivo" i Troll che abitano nei boschi, o che si nascondono sotto i ponti.
Ma di cos'altro ci parla Troll Hunter?
Troll Hunter, dietro al suo lato puramente estetico, apparente, dietro all'utilizzo del finto documentario, nasconde una vena ambientalista.
Ecco, Troll Hunter ci parla di ambiente, ci parla di ingiustiza nei confronti della natura. Infatti, è sufficiente scambiare i Troll con qualsiasi altra specie in via di estinzione, ed ecco che le coincidenze appaiono, si sovrappongono, e ci regalano un prodotto ben strutturato.
Quindi Troll Hunter può essere letto come una sorta di monito nei confronti della spregiudicatezza umana nei confronti dell'ambiente. Bisogna preservarlo questo ambiente naturale, occorre trovare una mediazione tra industrializzazione e ambiente. Tra spregiudicatezza costruttiva e preservazione ambientale. Non deve stupire che un'opera del genere riesca a trattare così tanti argomenti. Così come non deve stupire che un prodotto del genere sia stato realizzato in Norvegia.
Ovviamente i produttori americani hanno già acquistato i diritti per un remake, con molta probabilità verrà fuori un prodotto simil- Cloverfield, in cui il lato estetico prevarrà sui contenuti. E in cui lo spettatore sarà piacevolmente colpito dalla "partecipazione attiva" all'azione, ma in cui sarà "vittima" a quella "tirannia dello sguardo" spesso priva di contenuti.

mp

Lo trovi in: dvd; sul web.

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